TAP IL NUOVO GASDOTTO

Ilham Aliyev. Un nome ancora poco noto a molti, ma dovremmo cominciare a familiarizzarci. Colui è il presidente del piccolo stato caucasico dell' Azerbaijan. Discendente di una famiglia sempre al potere e proprietaria di un immenso patrimonio diviso in svariate attività anche oltreoceano, pesantemente coinvolti nei famosi documenti di Mossach Fonseca a Panama. Ultimamente ha nominato la moglie vicepresidente. Questo nome entra di prepotenza nella attualità italiana visto l'ok del Consiglio di Stato al progetto TAP (Trans Adriatic Pipeline) oggetto di numerose obiezioni ma considerato strategico dall'unione europea. Questo enorme gasdotto attraverserà l'Adriatico dalle coste albanesi attraversando numerosi paesi, in primis la Turchia di Erdogan. Tale progetto ha preso forza, fallita la trattativa con la Gazprom russa attraverso l'Ucraina, è quindi il tentativo europeo di essere meno ricattabili dalla Russia di Putin, ma finendo nelle mani ancora meno rassicuranti di Erdogan. Lo stesso Aliyev è tutt'ora estremamente criticato circa la situazione dei diritti umani e libertà di stampa nel suo paese, ma ciò non ha impedito di diventare potente partner europeo salutandolo come grande amico e spostando anche importanti competizioni sportive in Azerbaijan (in primis la Formula 1). Ci sarebbe molto da dire circa le proteste inascoltate pugliesi (dove approderà il gasdotto), a partire dallo stoccaggio oggetto di grande preoccupazione o lo sterminio di ettari di uliveti, o non da meno, l'impatto turistico in una delle perle italiane. La mia riflessione, forse populista, se è davvero imperativo seguire input economici a scapito del benessere individuale della popolazione. La mia risposta è no.

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Commenti

  1. concordo con il no. Che esistano delle condizioni di ricattabilità da parte di terzi per l'approvvigionamento energetico è un dato di fatto. Ma è altrettanto vero che in mancanza di un accordo "globale" per un mondo migliore dove non esista la geopolitica, impensabile ad oggi, ognuno dovrebbe essere in grado di pensare per sé. E quindi anche l'autosufficienza energetica. Le alternative sono molteplici, da quelle verdi a quelle nucleari, comunque tutte migliori che mettersi con il collo esposto al taglio del coltello di dittatori di turno.

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  2. L'autosufficienza energetica è un obbligo ovviamente, ma credo che la parola d'ordine nel prossimo futuro sia: sostenibile. Le critiche al gasdotto vengono ridicolizzate sostenendo che sono solo 8 km sul territorio italiano e 22 nei nostri fondali. È questo il grande problema..non capire che esistono questioni globali...che non riguardano 8 km. ma un sistema in discussione, poi si possono fare tutti i ragionamenti possibili ma abbandonando il provincialismo intellettuale.

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grazie per aver mostrato interesse alla costruzione di uno Stato Etico

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