ISTRUZIONE

Oggi lo Stato spende per la Scuola di ogni ordine e grado 53 miliardi l'anno. Dei quali 41 miliardi servono per pagare il personale, (41 miliardi rispetto ai 170 totali usati per pagare tutti i dipendenti pubblici)
mentre il resto per il funzionamento dei vari istituti scolastici. I professori degli istituti scolastici sono poco più di un milione suddivisi in 10.500 scuole con 4200 sedi.
La proposta dello Stato Etico per la scuola consiste in una rivalutazione professionale dei professori, ai quali spetta uno dei ruoli più importanti della Società organizzata, ovvero di formare le future generazioni.
Devono dunque avere un trattamento economico adeguato all'importante funzione. Oggi la retribuzione lorda media è di circa 35.000 euro che corrispondono a scarsi 20.000 euro annui. Nella struttura fiscale dello Stato Etico, spariscono i contributi sociali, essendo le pensioni gestite dallo Stato e vengono ridotte le aliquote.
Lo Stato Etico propone di retribuire i dipendenti pubblici con uno stipendio netto, dato che circa il 50% del "lordo" rientra nelle casse dello stesso Stato, diventando un inutile giro economico. La retribuzione netta sarebbe possibile in quanto viene meno il meccanismo delle detrazioni, dato che lo Stato Etico fornisce a TUTTI i cittadini i servizi di base gratuiti, scuola compresa.
Inoltre viene proposta l' estensione, per chi vorrà, dell'orario scolastico alle attività pomeridiane, che comprenderanno attività sportive quotidiane e di doposcuola, nonché attività ricreative, sociali e culturali, tutte rigorosamente gratuite per gli studenti. Comprese le gite scolastiche, che dovranno essere finanziate dal Ministero, come la mensa per il pranzo e le merende di metà mattina e metà pomeriggio.
Il CONI dovrebbe intervenire, da parte sua, con la ristrutturazione e messa a disposizione delle scuole di personale qualificato e di infrastrutture sportive di qualità per formare i ragazzi. Potrebbero essere anche richiesti agli studenti, a rotazione, piccoli lavori di manutenzione delle scuole e magari un aiuto al servizio mensa.
Il corpo insegnante potrebbe subire un incremento di circa 300.000 unità per le attività estese al pomeriggio e, se fosse dato un netto in busta medio di 2500 euro mensili, la cifra totale delle retribuzioni nonostante l'aumento dei professori di ruolo, sarebbe contenibile nella cifra attuale. La scuola dovrebbe per alcune materie prevedere l'uso della lingua inglese, che dovrebbe diventare di uso corrente per tutti gli studenti alla fine del percorso di studi. Inoltre vi dovrebbe essere maggiore attenzione ai programmi di studio, all'informatizzazione ed alla diversificazione per i differenti indirizzi di avviamento professionale.
Lo spirito dello Stato Etico è di formare cittadini migliori, istruiti, socialmente integrati anche in previsione delle sempre più importanti diversità del tessuto sociale, e di ridurre, per quanto possibile, le differenze dovute alla provenienza familiare, per cercare di dare a tutti le stesse possibilità formative e culturali, anche se ovviamente non sarà possibile al 100%.

Università

L’Università è il luogo della sapienza, dove l’istruzione, conseguita nelle scuole secondarie, trova l’ambiente per trasformarsi, a seconda dei casi, in professionalità avanzate, o in depositari di conoscenza.
Per lo Stato Etico è dunque impossibile immaginare un'Università a numero chiuso. Sarebbe come impedire ai propri cittadini di avere l’opportunità di accedere ad una forma superiore di sapere. E questo deve essere indipendente dall’uso, o dalla mercificazione del sapere stesso. Ci sono architetti che lavorano in banca, o medici che fanno i politici, ma tanto più i cittadini sono istruiti, tanto più sono consapevoli sia per il miglioramento della propria vita sia per quello della comunità. Dunque lo Stato Etico ritiene che chiunque abbia un diploma di scuola superiore possa entrare in qualunque facoltà e poter studiare gratuitamente, se in regola con gli esami del piano di studi. In caso contrario, potrà proseguire solo a pagamento. Le situazioni dei ragazzi particolarmente disagiati economicamente potranno essere pure regolate dallo Stato Etico.
Dai dati del mio libro si evince che lo Stato spende per l’Università circa otto miliardi l’anno, per poco più di un milione di iscritti, con una media di 250 mila immatricolati all’anno. Insegnano 36.000 professori, la metà dei quali sono di ruolo, mentre l’altra metà associati. E ci sono circa 25 mila ricercatori. Anche in questo caso, come per la scuola, l’università dovrà essere considerata centro di costo e, con questo meccanismo, con lo stesso stanziamento statale si potrebbe incidere sul numero di professori, sulla loro qualità e sul metodo di studio. Occorrerà poi dare maggiore spazio all' interattività, alle lezioni registrate o in streaming, alla sperimentazione ed ai laboratori. Per i ragazzi che fossero interessati ad iniziare una carriera di ricercatori o di insegnamento, si potrebbe prevedere la figura di “mentore”, ovvero di giovani laureati che si prendano cura di un gruppo di studenti matricole, per accompagnarli fino alla laurea, facendo un lavoro in sintonia ovviamente con quello dei professori di ruolo. Questi ultimi dovrebbero fare i professori, ovvero vivere dentro l’università il proprio lavoro e colloquiare con gli studenti, non come oggi prendere lo stipendio da professore e poi essere impegnati a fare i consulenti, o le libere professioni. O si insegna, o si fa altro.
Dall’Università poi dovrebbe dipendere la Ricerca, che dovrebbe ricevere fondi aggiuntivi a quelli attuali, essere strutturata in aree geografiche predisposte per sfruttare le sinergie di comunicazione e dedicarsi alla ricerca di base, che, proprio perché finanziata con denaro pubblico, dovrebbe essere in rete a disposizione di qualunque altro ricercatore. L’impulso alla Ricerca applicata che ne potrebbe derivare sarebbe importantissimo, con ricadute sia sulla competitività del nostro sistema industriale, sia per l’arricchimento tecnologico del Paese. I fondi da destinare alla Ricerca dovrebbero essere imponenti, nella misura di vari miliardi l’anno, tutto il contrario di quanto avviene oggi, quando invece, si risparmia anche su questo.
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