CERTIFICATI DI CREDITO FISCALE

Da qualche parte ho letto che Grillo starebbe pensando ad una "moneta fiscale" e che un certo prof. Zezza avrebbe riesumato il progetto di CCF ( Certificati di Credito Fiscale) portato avanti da alcuni personaggi nel 2012, ma che poi era stato accantonato perché evidentemente inattuabile e soprattutto inutile. Ma ora ci riprovano. In parole povere il colpo di genio di un certo Cattaneo, era stato quello di dire: regaliamo a cittadini e imprese un credito fiscale che diventerà attuale fra due anni. Si parlava di 100 miliardi l'anno. Il meccanismo ( teorico) era il seguente. Se un cittadino ha in mano un certificato che "vale "duemila euro di impegni fiscali, li può cedere a qualcuno che li acquista diciamo per 1800. Tale cittadino da "subito" incassa 1800 euro che può spendere rimettendo in moto l'economia, e chi ha comperato il CCF ha un risparmio di 200 euro che farà valere dopo due anni. In teoria potrebbe funzionare, se 1) effettivamente, la circolazione dei 100 miliardi ne generasse almeno altri 100 in ulteriori tasse e imposte per non andare in deficit di manovra, cosa tutt'altro che assodata. Se 2) la gente non si tenesse nel cassetto il bonus fiscale per incassarlo a valore pieno dopo due anni, generando solo una grande perdita fiscale per il Paese. 3) Se la UE non ci facesse le multe perché questa contabilmente è una operazione in deficit, che aumenterebbe della cifra di emissione proposta. E dato che i piani da presentare a Bruxelles sono triennali, la scadenza del biennio rientrerebbe pienamente nel maggiore deficit. E poi. A chi andrebbe questo "regalo"? A quali cittadini o imprese? E ci sarebbero persone o organizzazioni disposte a comperare questo credito fiscale pagando oggi quello che sarà possibile usare solo fra due anni? No caro sig Grillo, se a fianco dell'improponibile reddito di cittadinanza ci mettiamo anche la moneta fiscale, allora non abbiamo proprio più speranza, neanche con voi.

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