PENSIONI

I pensionati sono 16,4 milioni, per un totale di 257 miliardi di costi per lo Stato. Lasciamo stare come sono suddivisi e la media sbandierata dall’ISTAT di oltre 17 mila euro per gli uomini e di 15 mila per le donne, che è solo pura teoria, dato che il 74% degli importi pensionistici è inferiore ai mille euro, anche se il 24% di questi riceve due trattamenti invece che uno.
 In realtà, dai conti fatti nel libro “Una Crescita Etica”, dove riporto tutti i dati con le relative tabelle, la situazione risulta essere la seguente: dei 260 miliardi complessivi, 50 servono a pagare la metà dei pensionati e 210 servono per gli altri. E questo è profondamente ingiusto, anche perché il sistema in vigore prevede che i lavoratori attuali con i loro contributi previdenziali paghino le pensioni attuali, che non sono calcolate in base ai contributi versati, a suo tempo, dai pensionati attuali, ma si basano sulla media degli ultimi cinque anni lavorativi, con squilibri contabili indecenti. E non parliamo delle "pensioni d’oro." 
Tutto il sistema pensionistico è organizzato da un maestro di film dell’orrore e basato su ingiustizie palesi e, soprattutto, è sempre più ingestibile. Cominciamo dalla considerazione che, per andare in pensione, per ora servono almeno 20 anni di contribuzione. Quindi, se uno versa 19 anni e 11 mesi, perde tutto. Se uno muore prima, la famiglia non ha indietro nulla. Una qualunque assicurazione privata capitalizza i versamenti e, in caso di rescissione del contratto, restituisce il capitale con gli interessi. Lo Stato no. Se lo prende, senza dare indietro nulla. Ora poi, con il metodo contributivo, meno peggio di quello retributivo cui facevo cenno sopra, si ottiene una percentuale sul capitale versato che varia dal 4,3% per chi andrà in pensione a 57 anni,( ammesso che esistano ancora), al 6,5% per chi andrà a 70 anni. La media dei lavoratori a 66 anni avrà il 5,8%. Ovvero, per dirla in soldoni, si calcola la somma dei contributi versati, si moltiplica per il proprio coefficiente e si ottiene la pensione. Dato che non esiste al mondo investimento che renda il 6% netto costante, a meno di inflazione galoppante, (ma in tal caso il reddito non è netto), immaginate cosa si deve fare per mantenere i conti sotto controllo.
Abbassare le pensioni e aumentare gli anni di contribuzione. Dato che oggi i lavoratori sono 25 milioni e i pensionati 16,4 milioni, il rapporto è circa di un pensionato ogni 1,5 lavoratori Il rapporto sta però aumentando in modo vertiginoso e presto sarà uno ad uno. Ovvero, con questo metodo demenziale, ogni lavoratore dovrà mantenere un pensionato. E come facciamo? Semplice, riduciamo le pensioni e mandiamo le persone più tardi in pensione. Si dice che la classe dei nati negli anni ’80 andrà in pensione a 75 anni. Tutto ciò è immorale, ed è fatto per proteggere i redditi forti, che vogliono anche avere una vecchiaia ricca, oltre che una vita ricca.
Lo Stato Etico sa che non si può sostenere questa visione e dunque propone l' eliminazione dei pagamenti dei contributi sociali dalle buste paga, che, uniti alla rivisitazione del Sistema fiscale nel suo insieme, consentirebbero un aumento delle retribuzioni del 20-25% medio per tutti i lavoratori e un risparmio del 15% circa per gli imprenditori. Salvando ovviamente i diritti acquisiti, lo Stato Etico propone di eliminare il sistema pensionistico basato sui versamenti e di dare un assegno di cittadinanza agli over 65 di un importo prefissato ( suggerito mille euro al mese) senza nessun tipo di documentazione lavorativa. Al mese successivo al compleanno del 65esimo anno, si riceve in banca l’assegno. Netto da imposte. Sarebbe un miglioramento per molti, e comunque TUTTI saprebbero che arrivati ai 65 anni quello si percepirà. Una coppia, con un appartamento di proprietà, potrebbe vivere decentemente. Naturalmente si potrebbe desiderare di avere di più, ma non si può mettere il fardello sulle spalle della comunità. E allora, dato che da SUBITO le buste paga sarebbero molto più pesanti come scritto sopra, si potrebbe decidere di destinare una parte di questi soldi a sottoscrivere assicurazioni private, o ad investirli in altro modo, per esempio con un immobile da affittare, o altro. In questo modo la spesa pensionistica, se la vogliamo chiamare così, sarebbe definita, sostenibile ( 200 miliardi l’anno) ed equa. Non ci sarebbero più anziani che fanno la fame, e i giovani, che oggi non lavorano e che non avranno pensione domani, potrebbero almeno sotto questo profilo essere più sereni.

Pensioni - diritti acquisiti.
Una questione strettamente legata alle Pensioni è quella relativa ai diritti acquisiti.
Perché le pensioni d'oro, spesso acquisite in modo iniquo, sono intoccabili, mentre il diritto acquisito di chi doveva andare in pensione a 60 viene prorogato ?
Secondo il dizionario "Il nuovo de Mauro", diritto acquisito è quello già acquisito da un soggetto ed entrato a far parte del suo patrimonio giuridico. Quindi, in base alla legge, vi sono delle situazioni che sono inamovibili, senza il consenso delle parti. E quando parliamo di ingiustizie palesi dal punto di vista sociale, come le baby pensioni, le pensioni d'oro, o peggio ancora i vitalizi dei politici, dal punto di vista giuridico siamo impotenti. Questo è un punto importantissimo, in quanto in una società di diritto, abbiamo un conflitto tra il garantismo, al quale le leggi si ispirano, e le situazioni di palese ingiustizia che ne conseguono troppo spesso. I giudici dal canto loro DEVONO attenersi all' applicazione della legge. Quindi la sola possibilità per cambiare le cose, è cambiare le leggi. Ecco perché uno dei punti fondamentali dello Stato Etico è rivedere i quattro codici nella loro interezza. Le pensioni sono un tema dolente, in quanto sono chiaramente figlie di perversione giuridica, voluta da parlamentari corrotti e dettata da interessi personali protetti ( quelli dei politici) e di clientela tutte le altre. Il Sistema pensionistico, come spiegato nel post 7 è insostenibile, immorale, inefficiente. Teoricamente, però, colmare la più importante ingiustizia che vede troppi anziani sotto la soglia di povertà, richiederebbe, nell'immediato, un intervento di solidarietà dalle pensioni d'oro, in parte già vigente, ma insufficiente. Si dovrebbe trovare un appiglio giuridico, e sono sicuro che sarebbe possibile, per intervenire con un ricalcolo delle pensioni secondo il metodo contributivo, pure ingiusto, ma meno del retributivo. Si dovrebbe intervenire sulla costituzionalità delle leggi pregresse, sullo "stato di necessità", per salvare, in rapporto alle risorse disponibili, un gruppo di cittadini in stato di bisogno, etc etc. Quello che è certo è che si deve fare qualcosa, a costo di dirottare con forza soldi verso i meno abbienti, una volta fatti i conteggi nuovi, appellandosi all' impossibilità di ulteriori pagamenti per motivi di bilancio. Ne sorgerà un contenzioso e si procederà come con tutte le altre cause, ma intanto da SUBITO, milioni di situazione vergognose sarebbero sanate. Questo è un tema del quale discutere, anche con degli specialisti di diritto, per trovare le soluzioni idonee a correggere una situazione immorale.
Per quanto riguarda la "proroga" del "diritto" di andare in pensione a 60 anni, quello non è un diritto acquisito, il quale deriva solo da contratto o da definizione giuridica. Se applicando una legge in vigore, si firmano delle carte con la pubblica amministrazione ( la pensione per esempio), tale diritto entra nel proprio patrimonio giuridico. Andare in pensione a 60, 66, o 75 anni ( come sarà per i nostri figli se non cambiamo), è un fatto non rientrante nel nostro "patrimonio giuridico"
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