JOBS ACT : DALLE STELLE ALLE STALLE





Sembra che ci sia lo zampino dell'onnipresente ex premier dietro la cancellazione dei "voucher", preoccupato di perdere l'ennesimo referendum. Lasciamo da parte le statistiche dell'ISTAT che avrebbe risposto ufficialmente che viene considerato "occupato" anche chi lavora un'ora al mese se regolarizzata dal voucher, ma risulta evidente che gli articoli 48,49,50 del Jobs Act verranno abrogati. Questa legge che ha reso di fatto "precario" anche il lavoro a tempo indeterminato, è la cattedrale simbolo della pericolosità sociale dei governi dell'epoca renziana, sia il primo che il secondo ( quello ombra attuale). Fa riforme ( o bocciate dai cittadini o dalle istituzioni, o da loro stessi che le devono rivedere) senza pensare alle conseguenze. Aiuta i suoi amici imprenditori con regali che hanno il grande pregio di non essere strutturali, la sola cosa di cui l'Italia ha bisogno. Il regalo del taglio contributivo per chi ha assunto a tempo indeterminato è costato a noi tutti oltre 10 miliardi, ed altri ne costerà. Non per niente si sono alzate le voci di Confindustria, Confimprese, e tutte le associazioni di categoria che avevano trovato nel voucher un modo "legale" per sfruttare meglio la situazione del precariato. Lo Stato Etico con la sua semplificazione fiscale sarebbe un passo avanti. Riduzione del costo del lavoro per gli imprenditori e aumento delle retribuzioni per minore carico fiscale, darebbero respiro alle famiglie che non ce la fanno e rimetterebbero in moto l'economia e con essa il mercato del lavoro che non si difende con le "leggi", ma con la creazione di nuove attività. La eliminazione del contante poi cancellerebbe una volta per tutte la piaga del nero, e l'automatismo fiscale, anche per le imprese, eliminerebbe la evasione. Stanno dibattendo sul "nulla". Ma sicuramente a danno dei lavoratori.


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