CRESCITA ED INFLAZIONE








Per gli amanti delle statistiche, sembra che l'inflazione abbia ripreso fiato in Italia, con un esuberante più 1,5%. Ma non è il segnale tanto atteso che dimostrerebbe l'uscita dalla crisi. Una inflazione che cresce ( moderatamente) dimostra una economia sana, in quanto si consuma di più, il denaro circola, ed i benefici ricadono sull'intero Sistema. Inoltre l'aumento dei tassi diventa necessario per mantenere il denaro "redditizio" e quindi le banche ed altri privati potrebbero cominciare a fare nuovi investimenti. Ma tutto ciò non accade realmente. E' solo una febbre momentanea, dovuta ai forti rincari della verdura a causa sicuramente dell'inverno rigido, ma anche e soprattutto della speculazione. E poi ci si mette anche il petrolio, che essendo risalito ha spinto in alto il prezzo della benzina. Adesso che il governo non trova i fondi per far fronte alle richieste assurde di Bruxelles, dovrà aumentare ancora il prezzo della benzina e l'inflazione ne risentirà ancora di più. E così nei talk show potranno dire che l'inflazione sale e questo volevano tutti, e che la pressione fiscale è diminuita dal 42,2% al 42,1%, senza ricordare appunto che l'inflazione sale per aumenti di spesa a DANNO dei cittadini e non per una diffusa capacità di spesa, e che il 42,1% si riferisce al PIL. Visto che questo è aumentato dello 0,9% il 42,1% di un PIL aumentato, rappresenta una cifra superiore al 42,2% di un PIL più basso. Dunque anche nei balletti delle cifre ci prendono in giro.


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